Appalti Eurospin, a Monsampolo licenziati 4 facchini iscritti a USB: prima udienza al tribunale di Ascoli (copy 1)
In pieno lockdown licenziamenti adottati in spregio ai provvedimenti che li impedivano
Le società appaltatrici della logistica del colosso Eurospin a Monsampolo (AP) in piena pandemia hanno proceduto al licenziamento di 4 lavoratori iscritti a USB - 2 erano delegati sindacali – colpevoli, a parere delle aziende, di non aver svolto, durante l’emergenza sanitaria nei mesi di febbraio/marzo 2020, tutto il lavoro straordinario loro richiesto. Motivazione, questa, pretestuosa poiché presso i magazzini Eurospin gestiti in appalto dalle società LOGISTIC SRL e CRAFT SRL operano circa 70 dipendenti, per la maggior parte stranieri e dunque categorie di lavoratori deboli, che si alternano in turni massacranti di 10/11/12 ore di lavoro giornaliero. Altro che straordinario non effettuato! Anzi, nessuna possibilità di far valere i propri diritti nelle pressanti richieste di lavoro oltre i limiti di legge, pena il licenziamento.
La scarsa conoscenza della lingua italiana della maggior parte dei lavoratori e la paura di perdere il posto, consente al datore di lavoro di pretendere l’assolvimento di qualsiasi richiesta anche se questa comporta, da parte dei lavoratori, la rinuncia ai propri diritti. Si procede a continui cambi appalti senza rispettare le procedure di legge, si propone la firma di verbali di conciliazione con rinuncia alle spettanze maturate precludendo all’organizzazione sindacale USB, ampiamente rappresentativa, qualsiasi confronto sindacale vanificando così gli sforzi compiuti.
Nonostante nel recente passato le azioni di lotta dell’USB siano state numerose coinvolgendo le istituzioni e gli organi locali - anche con diversi procedimenti giudiziari - nulla è cambiato e le le condizioni di lavoro restano tutt’altro che dignitose anche relativamente alla sicurezza sul lavoro. Chiara è la politica aziendale di licenziare chi si ribella a questo stato di cose.
Nel febbraio/marzo 2020 l’azienda indisturbata ha adottato i licenziamenti nella consapevolezza dell’esistenza di provvedimenti di legge che ne impedivano l’adozione e dello slogan dei politici “nessuno deve perdere il lavoro per il coronavirus”. Invece è accaduto che tali provvedimenti espulsivi, discriminatori e ritorsivi per via della militanza e dell’attività sindacale svolta, siano stati adottati in spregio alla legge e di fatto impartiti durante il lockdown ovvero quando le imprese dovevano garantire l’occupazione causa emergenza sanitaria.Tutto ciò stride con lo spot televisivo apparso nelle settimane del lockdown in cui Eurospin elogiava, giustamente, i propri dipendenti dei vari punti vendita per i sacrifici e la disponibilità mostrata durante l’emergenza sanitaria, ma non sa o sembrerebbe fare finta di non sapere quali siano le condizioni dei lavoratori in appalto che garantiscono la presenza delle merci sugli scaffali.Tuttavia, con uno dei legali di riferimento dell’USB, l’avvocato Ernestina Portelli del Foro di Roma, si è proceduto ad affidare tutto alla Giustizia e in essa confidando, a depositare 4 ricorsi per l’impugnativa dei quattro licenziamenti.
Oggi, 22 settembre 2020, la prima udienza dinanzi al giudice dott. Giovanni Iannielli, a cui spetterà l’ultima parola.
USB Marche