Magazzini Acqua & Sapone di Aprilia: centinaia di lavoratori truffati

Roma -

L'Ispettorato del lavoro accerta decine di migliaia di euro che l'azienda deve ai lavoratori e i sindacati confederali firmano conciliazioni per 200 euro!

 

E' quello che è successo tra il 2018 e il 2019 tra le aziende che gestiscono il facchinaggio per il marchio Acqua e Sapone e circa 400 lavoratori. L'Ispettorato del lavoro di Latina aveva accertato differenze retributive molto consistenti per ciascun lavoratore – anche più di 15mila euro, per un ammontare complessivo di circa 6 milioni di euro – ma le conciliazioni intervenute tra la Planet Logistic e i dipendenti, “assistiti” dalla Uil, hanno portato a liquidare la vicenda con 200 euro ciascuno.

 

Come è stato possibile che, dopo le valutazioni certificate degli ispettori, i lavoratori si siano fatti convincere a firmare atti liberatori per le società ( a salvarsi non sono solo le aziende in appalto ma anche le committenti responsabili in solido, come la SDA) per una somma così esigua? Centinaia di ore di lavoro non pagate, ferie non retribuite, in sostanza una completa elusione delle norme contrattuali, regolarmente verificata dall'Ispettorato, viene cancellata con un tratto di penna.

 

A pesare devono essere stati diversi fattori, come il fatto che molti lavoratori non sono italiani e non conoscono bene né le leggi né la lingua. Ma lo scandalo sta nel comportamento del sindacato che si è prestato ad un'operazione del genere, decidendo di chiudere entrambi gli occhi di fronte a questa clamorosa ingiustizia.

 

Annusando la truffa molti lavoratori si sono rivolti all'USB che è tornata alla carica presso l'Ispettorato di Latina, rimarcando come le conciliazioni non siano avvenute presso lo stesso Ispettorato, come previsto dalla normativa nei casi in cui ci siano state ispezioni e siano state accertate le somme dovute ai lavoratori.

 

Ora l'Ispettorato sta procedendo a comunicare ai singoli lavoratori le somme esatte di cui avrebbero diritto, in modo da potersi rivalere sulle aziende. La partita quindi è tutt'altro che chiusa e il giochino delle “conciliazioni” di comodo sta ormai uscendo allo scoperto.