Riparte lo stato di agitazione nazionale nella filiera GLS contro il tentativo datoriale di prendere tempo e spezzare la lotta dei lavoratori
La scorsa settimana un partecipatissimo ciclo di scioperi nei magazzini GLS del nord Italia è riuscito ad imporre, anche con la mediazione delle Prefetture interessate, un tavolo negoziale per risolvere due palesi violazioni del contratto di categoria: 1) il corretto pagamento del lavoro notturno, 2) la stabilizzazione dei lavoratori precari aventi diritto.
Si tratta di misure imposte da sentenze di tribunale, che rendono giustizia di decine di migliaia di euro sottratte ai lavoratori, che in tutti questi anni sono stati pagati meno del dovuto, così come di decine di precari mantenuti tali, quando invece avevano maturato le condizioni per essere assunti a tempo indeterminato.
GLS e fornitori di servizi hanno quindi presenziato al tavolo di confronto, dichiarandosi addirittura d'accordo sulle stabilizzazioni e facendo ampie aperture sulle somme da erogare, hanno convenuto pure sulla data di sottoscrizione dell'accordo per sottrarsi poi improvvisamente. Nel frattempo, hanno chiamato a raccolta i sindacati loro amici, che restano comunque minoritari nella filiera, e "apprezzando la loro volontà di trovare soluzioni condivise" ossia svendere gli interessi dei lavoratori, si apprestano ora a siglare accordicchi al ribasso.
USB non ci sta e riapre lo stato di agitazione immediato nella filiera a livello nazionale, ribadendo come le richieste integrali dei lavoratori siano più che legittime e soprattutto non ulteriormente negoziabili: chiedono non un di più, ma quanto è stato rubato alle loro tasche, ai loro diritti e alla loro dignità.
Riparte la lotta, la GLS e il suo intricato sistema di appaltatori devono cambiare stile, devono imparare a rispettare la legge e soprattutto i lavoratori.
#SCHIAVIMAI
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