Zara Castel Giubileo, contro la minaccia di chiusura del magazzino i lavoratori riprendono la lotta e tornano sugli scaffali

Roma -

I magazzinieri di Zara riprendono la lotta per il proprio posto di lavoro. A due mesi dalla sonora sconfitta inflitta ai padroni del gruppo Inditex e di Fiege Logistics, la situazione nel sito di Castel Giubileo è di nuovo preoccupante. La merce che da 15 anni viene lavorata in quel magazzino per servire i negozi di Roma, dal mese di marzo viene invece lavorata e spedita a Roma dal sito di Castel San Giovanni (Piacenza), gestito proprio da Fiege per conto di Zara, a oltre 500 chilometri di distanza. Quindi con un aggravio di costi non indifferente, mentre a Castel Giubileo i lavoratori vengono forzatamente messi in ferie, ma contemporaneamente viene chiamato a lavorare, il poco che rimane, del personale esterno.

La motivazione addetta dall'azienda fornitrice è che Zara non considera più affidabile il magazzino di Castel Giubileo; è chiaro che per i padroni un magazzino non è affidabile quando ci lavorano soggetti che lottano, che non vogliono essere schiavi e che si organizzano con un sindacato che non ha bisogno di fare favori a nessuno. Proprio questo è ciò che i lavoratori raccontano, il messaggio padronale è che finché ci sarà USB la merce non tornerà a Roma, paventando anche la chiusura definitiva dell'impianto in cui lavorano da 15 anni 40 addetti a tempo indeterminato oltre a una trentina di interinali in scadenza di contratto.

Zara, dunque, vuole seguire la linea tracciata da aziende come Fedex che in passato hanno voluto punire i lavoratori conflittuali chiudendo interi magazzini della logistica da un giorno all'altro. Ma i magazzinieri di Zara questo lo sanno e da oggi sono nuovamente sugli scaffali come due mesi fa, decisi a lottare fino alla vittoria.

Unione Sindacale di Base - Logistica